Ciao piè,
io vengo dal sud per un lavoro nei trasporti regionali.
L’ho fatto per dare un futuro migliore ai miei piccoli bambini, dopo mesi di corso passati vedendoli con cadenza di 1 o 2 volte al mese , il 3 marzo firmo il contratto sapendo che forse sarebbero poi passati mesi per rivederli nuovamente.
Oggi vedo molte famiglie che passano la loro quarantena giocando con i bambini, creando giochi in casa ,raccontando favole ed io non so cosa darei per un abbraccio dei miei piccoli, ma non torno anche per non metterli in pericolo.
La mente poi fa brutti scherzi, li sogno ogni notte e mi sveglio perdendoli ancora e ancora. E’ dura.
Noi poi continuiamo a lavorare, perché i treni non si fermano ma il rischio è alto; te lo confesso, ho paura di non rivederli , non so cosa darei per un loro abbraccio, per passare un po’ di tempo giocando con loro.
Per questo alla gente che legge voglio dire di essere cosciente della ricchezza che ha in questo momento, di guardare i propri figli o cari e che in loro troveranno una luce abbagliante in grado di squarciare questo momento buio.
Siate felici di dovervi occupare di loro per tutto il giorno, un giorno magari quando saranno grandi questi momenti vi mancheranno immensamente.
Nic

Storia #17 – Vita di un infermiere di un reparto Covid
Emozioni, paure, preoccupazioni: la vita di un infermiere che cura malati di Covid giorno dopo giorno. “Un respiro profondo e mi dedico a loro”